L’Officina Malattie Rare dell’associazione “Giuseppe Dossetti”: i Valori” (officinamalattierare@dossetti.it) ha segnalato che, dalla fine del 2008, in alcuni ospedali romani abilitati a somministrare i farmaci biologici (ENBREL, HUMIRA, REMICADE 9 del progetto Antares) utilizzati con successo sui malati rari di artrite reumatoide, le cure necessarie sono state arbitrariamente ridotte o annullate. Le maggiori difficoltà al San Camillo e al S. Eugenio in cui i malati si sono visti ridurre le dosi senza le dovute spiegazioni.
I farmaci biologici, ultima spiaggia quando quelli tradizionali non fanno effetto, costano molto, e così nel Lazio sono stati ridotti o sospesi per risparmiare a causa del noto deficit sanitario.
Il responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell’Associazione “Giuseppe Dossetti”: i Valori” (www.dossetti.it) Corrado Stillo ha dichiarato:
“Riteniamo inammissibile questo ulteriore provvedimento punitivo sulla pelle dei malati, che toglie loro la possibilità di curarsi al meglio.
Nonostante le proteste delle associazioni dei malati e della Società Italiana di Reumatologia, secondo cui la sospensione o la riduzione di un farmaco biologico comporta gravi conseguenze nei pazienti con artrite reumatoide, a tutt’oggi la Regione Lazio non ha fornito le garanzie richieste per il diritto alla salute.
Così, mentre nelle altre regioni italiane ci si cura senza problemi con i farmaci biologici, a Roma, a seconda di dove si viene curati, i farmaci sono disponibili o indisponibili in base al budget aziendale ospedaliero.
Chiediamo al più presto ai responsabili della sanità laziale di consentire a tutti i cittadini afflitti da artrite reumatoide di continuare le cure o consentirle, evitando odiose discriminazioni su coloro che sono già provati dalla malattia e dall’indifferenza”
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